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OTTIMISMO PER LA VITA

Inviato da Rita

categoria: Testimonianze
pubblicato il Venerdì 18 Dicembre 2009

La mia odissea di malata reumatica inizia all'età i 20 anni, quando il mondo ti sorride e tu sorridi alla vita colma di sogni,desideri e progetti. Nel maggio del 72, con entusiasmo e felicità intraprendo la mia vita matrimoniale ma, solo dopo tre mesi, mi trovo a fare i conti con il mio ginocchio destro che comincia a fare le bizze diventando tumefatto, caldo e dolente. Sono convinta sia un episodio passeggero, come le volte precedenti, quando in seguito a dei traumi, ho risolto il problema curandomi con il  ghiaccio e antinfiammatori, ma purtroppo non è stato così. Il ginocchio , ogni giorno diventa sempre più dolente e gonfio e allora decido di rivolgermi al Medico di Base , il quale valutata la situazione mi prescrive degli esami, lastre e visita ortopedica. La voglia di guarire è immensa, nella mia mente ho progettato un sacco di cose da realizzare, per cui affronto con serenità questo iter diagnostico nella convinzione di risolvere in fretta il problema. Ma la realtà è spesso diversa dalla nostra speranza , infatti non solo il ginocchio non guarisce ma questo episodio segna l'inizio di un importante cambiamento del mio percorso di vita. Affronto  il mio primo ricovero ospedaliero il 4 dicembre  al quale  purtroppo ne seguiranno altri. In cuor mio mi auguro che la degenza sia breve, non  voglio trascorrere le vacanze natalizie e il mio primo capodanno da sposata in ospedale, ma anche questa volta il mio desiderio non si avvera. Per più di un mese mi trovo a sperimentare le interminabili giornate trascorse in un letto d'ospedale, con tanta  paura per gli esiti e con la tristezza e il dolore per le continue artrocentesi . Vengo dimessa  il 10 gennaio con la diagnosi di Artrosinovite Aspecifica  e corredata di  un pesante apparecchio gessato,che ricopre tutta la gamba e mi costringe all'immobilità quasi assoluta. A febbraio rientro in ospedale per la rimozione del gesso che nel frattempo  mi ha regalato una seria ipotrofia muscolare che nemmeno l'intensiva  riabilitazione ha potuto risolvere lasciandomi come conseguenze una lieve compromissione dell'andatura e un' inestetica gamba, causa  che sicuramente a 20 anni riveste la sua importanza psicologica. Così la malattia a poco a poco fa crollare i miei sogni, non sono più in grado di gestire il bar, lavoro intrapreso da poco tempo con mio marito, e mi ritrovo a casa con un sacco di preoccupazioni e problemi da risolvere. Ma non mi arrendo. A questo punto decido di cambiar rotta, e inizio il famoso " fai da te", senza valutare rischi e benefici del trattamento. In modo frenetico passo da una cura all'altra,omeopatia,fitoterapia, agopuntura, massaggi ecc. ma ben presto mi accorgo che, dopo un benessere momentaneo o poco duraturo, il problema al ginocchio si ripresenta. Dopo tanto girovagare un Medico sortisce con la probabile diagnosi di Tubercolosi ossea. Altra mazzata, altra angoscia e così nuovo ricovero di 25 giorni presso l'Ospedale di Pietra Ligure per accertamenti. Dopo un' artroscopia e biopsia al ginocchio mi escludono la TBC ossea ma in compenso evidenziano le prime erosioni articolari, e questa volta mi dimettono con la diagnosi di Artrite cronica erosiva. Ricomincio il mio pellegrinare da uno Specialista all'altro finchè vengo indirizzata presso il Centro Reumatologico dell'Istituto Ortopedico Gaetano Pini di Milano. Per la prima volta dopo anni sento pronunciare il nome di Artrite Reumatoide. Alle mie orecchie suona come un termine  strano, quasi di un altro pianeta e mai mi sarei immaginata quanto subdola potesse essere questa malattia. Inizio così  i miei continui viaggi a Milano, con la difficoltà a salire e scendere i gradini del treno sempre troppo alti per la limitazione posturale, con lo sfinimento del viaggio quando mi effettuano l'artrocentesi e l'infiltrazione, con un  male allucinante quando all'interno del ginocchio mi viene  iniettato l'acido osmico  per ridurre la sinovia, con la febbre che mi procura  il Rifocin al quale  ho poi scoperto di essere allergica e di altri numerosi farmaci che la mia mente volutamente ha rimosso. Ora i miei spostamenti fuori Provincia , compresi tutti i disagi che comportano,si sono notevolmente ridotti in quanto ho trovato un punto di riferimento immuno-reumatologico anche presso l'Ospedale di Sondrio. La mia Artrite Reumatoide Aspecifica l'ho pure curata con vari farmaci di fondo che hanno rallentato l'evoluzione della malattia. Essa ha comunque seguito il suo corso alternando periodi di  stasi a periodi di attività. Si è divertita a saltellare qua e là nel mio scheletro interessando ambo le ginocchia, le anche, i gomiti, il collo, i polsi le mani , ma dopo 35 anni di malattia eccomi qua, un po’ bionica, in quanto ho tre protesi , ma in piedi, scattante e con l'entusiasmo di vivere come a 20 anni. Credo che il ritrovarmi ancora a sorridere, dopo tante avversità che ho incontrato nel corso della mia vita sia rapportabile al fatto di non essermi mai fatta fagocitare dalla malattia, ma di aver superato le negatività riprendendo sempre in mano le redini positive della mia esistenza. Ho imparato a considerare ogni cambiamento come una nuova esperienza che mi arricchisce e mi rinnova ed è con questo obiettivo che ho affrontato un nuovo lavoro, dovendo abbandonare per salute  quello entusiasmante e gratificante di insegnante. È con lo stesso entusiasmo che sono entrata, come Volontaria, a far parte dell'Associazione ALOMAR Sezione di Sondrio, nella speranza di poter aiutare le persone che si ritrovano con similari problemi di malattia.  Ma è pure con gioia che posso dire di aver sì offerto aiuto ma di averne ricevuto altrettanto in cambio.
Con questa mia testimonianza spero di essere riuscita ad aprire, nel cuore di chi soffre, uno spiraglio di coraggio e voglia di andare avanti nonostante i momenti no e qualche stortura fisica. Voglio terminare con una poesia che rispecchia il mio pensiero, sgorgata spontaneamente dal cuore dopo un'intensa e se vuoi faticosa , ma sicuramente gratificante giornata trascorsa in Piazza a favore dei Malati Reumatici.


TENDI LA TUA MANO

Se tendi la tua mano 
e aiuti qualcuno a rialzarsi tu camminerai più spedito.

Se gli asciughi le lacrime
i tuoi occhi brilleranno di gioia.

Se ti soffermi ad ascoltare
troverai le giuste parole.

Se doni un po’ del tuo tempo
a chi soffre ti sentirai felice.

Se respingi la tua solitudine
troverai amore.

Se aiuti gli altri
aiuterai te stesso.

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